#341.1
Viaggio sul “Vagone Esistenza” con l’implicita convinzione che la soddisfazione
sia data esclusivamente dalla gratificazione dei sensi.
Voglio scendere!
Non è per questo che ho fatto il biglietto. Pretendo il rimborso per il ritardo con cui
sto arrivando a destinazione!
Dal finestrino le stazioni sembrano essere tutte uguali. Grigie e spente.
O troppo affollate e rumorose.
Non è possibile sperimentare l’anima. Si procede solo per arzigogoli.
E’ lento il mio treno. Anche se le poltroncine sono confortevoli, se il pranzo è servito,
se i servizi sono compresi nel prezzo.
Non si procede ad alta velocità lungo il tragitto “Cuore – Cervello”.
E l’arrivo alla meta è pura utopia.